In autunno piovono tasse
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- Pubblicato Domenica, 10 Novembre 2013 17:48
- Scritto da Pino Marchini
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In autunno piovono tasse
Tempi duri per i contribuenti, e ne correranno sempre di peggiori. Già ora più della metà degli stipendi o delle pensioni se ne vanno in tasse dirette e imposte indirette, ma il futuro ci riserverà sorprese ancora più amare.
In due sedute distinte nel mese di agosto la nostra amministrazione comunale ha approvato le tasse da pagare al comune per il 2013: l'IMU (imposta sui fabbricati) l'addizionale Irpef (imposta sui redditi) e la Tares (tassa sui rifiuti e servizi). Si tratta di tasse che vanno ad aggiungersi a quelle che già si pagano allo Stato e alla regione. Tasse vecchie aggiornate e una quasi nuova, la Tares, che aggiunge alla tassa sui rifiuti (Tarsu) una maggiorazione per compensare altri servizi.
Ma andiamo per ordine, l'IMU resta sospesa, per il momento, quella sulla prima casa abitata dal legittimo proprietario, mentre per le altre abitazioni, si paga una percentuale sui valori catastali maggiorati che varia dal 7,5 al 10 per mille a seconda da chi viene utilizzata.
L'addizionale comunale Irpef per l'anno in corso sarà pari allo 0,8% sui redditi denunciati, che diventerà 1,2% per la richiesta di acconto per l'anno successivo; come dice un vecchio adagio, l'amministrazione comunale "mangia il vitello in pancia alla vacca".
Da questa tassa sono esclusi i redditi lordi al di sotto dei 12.000 € cioè circa la metà dei contribuenti castelnovesi, un quarto della popolazione, come si può vedere consultando le tabelle del Ministero delle Finanze. In pratica pagano tutti i lavoratori a reddito fisso e i pensionati che superano più o meno gli 800 € al mese.
E le altre categorie? Pagano in funzione della denuncia dei redditi. Se sono contribuenti onesti pagano il giusto in caso contrario non pagano o pagano meno di un cittadino con un reddito medio basso. Dal momento che è una tassa che va al comune l'amministrazione comunale, per equità, ha il dovere di verificare i redditi reali di tutti gli amministrati.
Sempre ad agosto, il giorno 10, la nostra amministrazione con deliberazione n.15 ha approvato un piano economico finanziario del tributo comunale sui rifiuti e sui servizi per il triennio 2013-2015 e le tariffe Tares 2013. Una delibera di 39 pagine pubblicata all'Albo Pretorio on line e ora effettiva.
Cercherò di sintetizzare, cosa non semplice, quanto andremo a pagare nei prossimi mesi per questa novella imposta che comprende sei sottocategorie di uso domestico (case di abitazioni) e ventiquattro sottocategorie di uso non domestico (Esercizi pubblici, Uffici ecc)
Da una serie di calcoli basati sui costi dei servizi, sul numero dei residenti e sulle superficie delle abitazioni o esercizi sono scaturiti dei coefficienti di pagamento, in parte in quota fissa e in parte in quota variabile. Di fatto i coefficienti sono entrambi variabili perché dipendono dai costi dei vari servizi suscettibili di aumenti, quindi aumentando i costi dei servizi si modificheranno gli indici che faranno aumentare la tassa.
Cerco di esemplificare portando un caso pratico: una famiglia di tre componenti che abita in un appartamento o casa di cento metri quadrati dovrebbe pagare per la nuova tassa:
(153 € per la superficie della casa + 214 € per i tre componenti+30 € (0,30x100mq) che vanno allo stato, il tutto dovrà essere maggiorato del 5% che va alla provincia per un totale di 417€ al netto delle spese di riscossione, da pagarsi in tre rate nei mesi di settembre, ottobre e novembre. Questo vale solo per il 2013, per gli anni successivi sono già previsti costi maggiori e di conseguenza aliquote superiori. In ogni caso basta aspettare settembre e arriverà la pioggia... di cartelle tributarie.
Su questa nuova tassa, sicuramente calcolata con tutti i sacri crismi previsti dalla legge, ci sono alcuni aspetti molto preoccupanti. Il primo è che viene calcolata, quasi totalmente, sui costi fissati dal gestore della raccolta e smaltimento dei rifiuti; e trattandosi di gestore unico e inamovibile fino al 2028, per gli anni futuri sarà ACAM Ambiente S.p.a. a determinare i costi del servizio (o disservizio). Secondo aspetto di preoccupazione è che la raccolta differenziata, quella che potrebbe far risparmiare qualcosa all'utente, è, nonostante i buoni propositi, ancora molto lontana dalle percentuali previste dal decreto legislativo Ronchi.
Chi ha approvato la delibera in questione, ricca di obbiettivi da raggiungere, di buone intenzioni da verificare e di progetti innovativi da realizzare, spero si sia reso conto di aver firmato, per gli anni a venire, una cambiale in bianco ad ACAM s.p.a. che dovranno pagare i castelnovesi.
Pino Marchini