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- Pubblicato Domenica, 20 Aprile 2014 17:42
- Scritto da Ariodante Roberto Petacco
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Libri recensiti da Ariodante Roberto Petacco
APPUNTI DALLA BIBLIOTECA PERSONALE
Ho cominciato a leggere Nicola Lecca agli inizi del nostro attuale millennio, "RITRATTO NOTTURNO" (Marsilio 2000) é stato l'inizio cui sono seguite in rapida successione le altre sue opere di cui l'ultima in ordine di tempo ( " IL CORPO ODIATO"Mondadori 2009)mi aveva da una parte turbato e dall'altra portato a considerarlo come uno scrittore indubbiamente interessante con momenti di tensione narrativa di quasi allarmante intensità e punte di freddo,acuminato razionalismo che mi avevano lasciato,talvolta,con qualche dubbio sul reale convincimento personale (il ,mio). Per questa ragione il suo ultimo " LA PIRAMIDE DEL CAFFE' " (Mondadori 2013 pagg. 233 curo 17.00) acquistato a gennaio é rimasto qualche mese in bilico nelle liste di attesa delle mie sicuramente disordinate letture. Mi sono infine deciso e ne sono proprio contento. Al compimento del diciottesimo anno di età Imre (Imi) Toth lascia l'orfanotrofio ungherese ai confini con l'Austria per raggiungere Londra in un viaggio che spesso viene offerto a ragazzi come lui per un affido temporaneo che potrebbe (dovrebbe) portare ad un inserimento lavorativo, é fortunato perché viene accolta da una donna/ragazza di mezza età piena di entusiasmo e buona volontà ancorché sicuramente afflitta da una cronica mancanza di mezzi economici. Imi é buono, innocente ed ottimista, per lui la crescita in orfanotrofio ha rappresentato un percorso in cui ha potuto pur nelle difficoltà insite in un ambiente non facile per sua natura ma pur sempre in qualche modo accogliente e protettivo/dotarsi di spirito di adattamento in cui i valori dell'amicizia e della solidarietà non sono mancati. Riuscirà ad essere assunto in prova presso una catena di caffetterie (Proper Coffee) dove imparerà ad inserirsi in un processo produttivo regolato da, manuali di comportamento molto rigidi che hanno portato la società ad allargare la sua attività in maniera esponenziale nel Paese con un futuro possibile anche oltre i confini. La sua coabitazione con Lynne (la donna/ragazza che lo ospita)é positiva ed Imi sul posto di lavoro fa facilmente amicizia coi colleghi, tra questi spicca un ragazzo spagnolo (Jordi) che contrappone alla serena accettazione di Imi del posto di lavoro con le regole rigide stabilite nel "Manuale del caffè" un più critico punto di vista. Imi fa amicizia casualmente anche con Morgan, un immigrato iraniano che lavora in una libreria e spesso porta libri direttamente a casa di una scrittrice (Margaret Marshall) che dopo aver ottenuto anni prima il Nobel per la letteratura vive sola e malata incontrando nel suo ricco appartamento soltanto i commessi che le consegnano i prodotti che lei ordina telefonicamente presso gli esercizi in cui lavorano. La storia procede alternando la attuale vita di Imi coi ricordi della sua vita ungherese a inserti riguardanti sia il commesso di libreria e la scrittrice che da tempo,se pur assediata da editori ed agenti letterari, non produce alcunché per scelta. In questo contesto nel quale non mancano momenti di riflessione su Londra e l'Inghilterra di acuminato umorismo una serie di eventi porterà Imi alla cacciata dal posto di lavoro con conseguenze ed un finale della storia di sorprendente vivacità.
Quando ho terminato la lettura mi sono chiesto perché il risultato mi aveva così pienamente convinto; storia accattivante, tutti i toni al punto giusto sia per il contesto sociale che per i rapporti tra i personaggi, intreccio sapientemente dosato, credibilità estrema di persone cose e situazioni ma mi mancava ancora qualcosa. Pag.149: "Il libro di Dagerman, quello che Margaret Marshall ha ordinato da tempo, é finalmente arrivato. Un libro fuori catalogo,difficile da reperire. Incuriosito Morgan ne ha letto qualche pagina in metropolitana. Gli é sembrato un libro atroce,pieno di rabbia. A Margaret piacerà di sicuro. Lei ordina sempre libri che sfidano la mente e lasciano segni profondi nella memoria"....
Ecco cosa mi aveva colpito: con un vertiginoso cortocircuito mentale attraverso il ricordo di Dagerman Nicola Lecca ci aveva dichiarato il senso della storia. Stig Dagerman é stato un anarchico viscerale e, come ha detto qualcuno, incapace di accontentarsi di verità ricevute, di perdonarsi il dolore del mondo e di venire a patti con la vita si é ucciso a 31 anni. E' stato un meraviglioso scrittore che ci ha lasciato opere fondamentali come "IL VIAGGIATORE", "BAMBINO BRUCIATO" e " I GIOCHI DELLA NOTTE" (tutti reperibili nel catalogo Iperborea editore).
Lecca con un solo cenno evocativo ha costruito il senso più profondo della storia, quello in cui l'autore attraverso la stessa si mostra a noi lettori donandoci qualcosa di cui possiamo fare tesoro. Magistrale.
P.S. A voler essere precisi parecchi di questi squarci narrativi sono inseriti in questo, secondo me, splendido romanzo; ne voglio citare almeno un'altro : il libraio Morgan é fidanzato innamorato di una ragazza inglese discretamente problematica, a volte si recano insieme a passeggiare nel lungomare di una località (Lyme Regis) di cui amano il piccolo molo: " lo stesso lungo il quale Meryl Streep scompare alla fine di un celebre film degli anni ottanta".
È "LA DONNA DEL TENENTE FRANCESE" ottimo film di Karel Reisz dal bel romanzo di John Fowles ed ancora il nostro romanziere in due righe ci suggerisce le infinite possibili variazioni dell'amore.
ARIODANTE ROBERTO PETACCO