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Bruciata la chiesa

Sera di fuoco a Molicciara

BRUCIATA LA CHIESA

Molicciara. Sabato 19 Marzo. Vigilia delle domenica delle Palme. Sera. Le luce del cielo, già ingrigita, si appresta a diventare notte. Le strade, lentamente, si indesertano. La gente, esaurita la diurna attività, si ritira nelle case: è tempo di godersi il meritato riposo... Ma (si sa) la vita è fatta di positività e di negatività (si miele e si veleno...)e quella sera sono prevalse le "Legioni" appartenenti alla secondo specie. La mala azione, attribuita (almeno fino a prova contraria) al rio destino, è stata compiuta, mediante la "subdola" arma del fuoco, contro la chiesa intitolata al Sacro Cuore. Una chiesa costruita nel 1935, fortemente voluta dall'allora Vescovo Giovanni Costantini che, prevedendo un importante sviluppo della zona, chiese a Don Mario Andolfatto di incaricarsene. La cosa suscitò nel popolo dei fedeli calorosi entusiasmi. ( Nacque un amore subitaneo). Che crebbe col trascorrere degli anni. A governare per primo il sacro edificio dove i fedeli potevano radunarsi (o potranno ancora farlo una volta senato il danno causato dal fuoco) per dialogare con il ciel, è stato il suo realizzatore Don Andolfatto. Poi è venuta la volta di Don Dino Cipollini. Attualmente il compito è di Don Carlo Moracchioli. È su di lui che è scese lo "perfida notte" di fuoco. E naturalmente sui fedeli, che considerano la chiesa il luogo ideale per "lavarsi" l'anima e chiedere ausilio per rafforzare le loro debolezze spirituali. E ispirazioni per buoni comportamenti. E si stringono attorno al loro sacerdote, che sembra aver assunto su si sé i danni subiti dal disastro: inatteso, assurdo, incomprensibile che ha subito la “sua” chiesa. Lo si capisce dal suo comportamento , delle sue dichiarazioni. Un uomo preoccupato. In attese di conoscere il perché dell'accaduto. Intanto, insieme, "masticano" l'amarissimo boccone "servito" da quella rotte di Marzo. E la … digestione si prevede lunga … Piero Albertosi

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