Smaltire l'Onduline
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- Pubblicato Lunedì, 24 Febbraio 2020 19:22
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Quando l'Amministrazione Pubblica non aiuta il cittadino
Riceviamo e pubblichiamo
Sul giornale in edicola abbiamo fatto un sunto del lunghissimo racconto del Signor Fabrizio Lombardi.
[...] Per corretezza abbiamo omesso i nomi dei personaggi coinvolti.
Qualche tempo fa, nella nostra casa è arrivato il camino, e insieme a lui la scorta di legna bisognosa di una adeguata copertura.
Così mi recai di buon mattino alla rivendita di materiali edili dell'amico Piero per provvedere ad acquistare qualcosa che potesse fare al caso mio; dopo un breve consulto convenimmo che, il materiale più adatto alle mie esigenze era senza dubbio la comune Onduline in vetroresina.
Ne acquistai circa cinque metri quadrati, di un bel colore verde, insieme all'occorrente necessario, per la sua messa in opera: viti chiodi e alcuni listelli di legno.
Dopo una mezza giornata di fatica la copertura era finita, e io contemplavo il lavoro svolto con una certa soddisfazione.
Purtroppo l' entusiasmo sarebbe crollato all' arrivo della prima perturbazione, per infrangersi, è il caso di dirlo, nell'acqua della prima notte di pioggia, non perché la sua tenuta non fosse soddisfacente, anzi, ma bensì per il rumore amplificato della pioggia che vi batteva sopra; questa cosa per alcuni può risultare rilassante e conciliare il sonno ma per l'insonnia cronica del sottoscritto risultava un rumore insopportabile.
Fu in una di queste notti tormentate dal ticchettio proveniente dall'esterno che mi decisi di sostituire le Onduline con una più canonica copertura in tegole.
Così feci e demolita la copertura di Onduline non avendo più necessità delle stesse, dopo averle adeguatamente impacchettate e legate sul portapacchi dell'auto, mi sono recato all'isola ecologica per il loro smaltimento.
Era l'ultimo giorno dell'anno appena passato in linea con la tradizione che vuole liberarsi delle cose vecchie in questa giornata, ignaro di quel che mi stava per capitare, pregustavo già il brindisi di capodanno.
Pensai che si trattasse di uno scherzo, quando l'addetto dell'isola ecologica rivolto lo sguardo al rotolo posizionato sul portapacchi sentenziò che: quello non lo poteva prendere in smaltimento!
Chiesi perché mai?
E' un rifiuto speciale non sono autorizzato a ritirarlo, rispose.
Lo incalzai:
Dove posso portarlo?
Mi disse che non lo sapeva!
La cosa stava cominciando ad assumere toni grotteschi: quando era accaduto che il mio acquisto "normale" si era trasformato in rifiuto "speciale"? e soprattutto in cosa differiva quel poliestere dagli altri poliesteri che viceversa venivano smaltiti regolarmente?!
Erano tutte domande alle quali risultava inutile quanto improbabile adesso provare a rispondere.
Chiesi all'addetto chi avrebbe potuto rispondere alle mie domande?
"Può provare all'ufficio ambiente" pronunciò la frase con l'espressione di chi conosce già la risposta
Mentre mi recavo in comune, pensai che tutta questa incertezza non prometteva niente di buono.
Gli uffici erano praticamente deserti di utenti, e si percepiva quell'aria pigra e indolente tipica
delle ore che precedono la festa. Incrociai un'impiegata, la quale mentre mi dava indicazioni riguardo l'ufficio ambiente, non riuscì a mascherare la sua meraviglia, come se io non sapessi che giorno fosse quello!
Il responsabile, era occupato, e intanto che aspettavo cominciai a discutere con un'impiegata, sul motivo che mi portava li, la quale confermava sia che il mio era un rifiuto speciale, sia che non sapeva dove avrei potuto smaltirlo.
Era una situazione kafkiana, e non posso nascondere che cominciavo a perdere la pazienza, tuttavia mi obbligai a restare calmo.
Sulla destra della porta, una targhetta sotto la scritta ufficio ambiente recitava:
Responsabile [...]
Il direttore mi accolse con malcelato fastidio, e l'aria di chi pensa di aver capito tutto, mentre chi gli era di fronte viceversa non aveva capito niente, di li a poco mi avrebbe tolto ogni dubbio al riguardo dicendomelo apertamente!
Senza ascoltare minimamente le mie ragioni e il motivo della mia presenza li, cioè l'indicazione di una possibile soluzione, (se non l'ufficio ambiente chi altri?) continuava a ripetere l'unica cosa che mi era chiara: l'isola ecologica non riceveva rifiuti speciali, e il mio era fra questi.
La discussione, se così si può definire, si stava animando, e da parte mia diventò insopportabile quando al mio interlocutore, venne in mente rivolgendosi al sottoscritto di usare la seconda persona plurale, al:
"Voi dovete capire..." La mia ormai flebile resistenza a voler restare nei termini di un civile confronto subì un colpo letale, e mentre venivo messo al corrente che il mio tempo era terminato, perché il direttore era atteso da più importanti e urgenti impegni, piuttosto che ascoltare infondate argomentazioni, le mie.
Rendendomi conto dell'assoluta inutilità della mia presenza in quel luogo, uscivo, senza sbattere la porta, soltanto perché già aperta, e apostrofando a voce alta, mentre ero già sulle scale che il "voi" lo concedo solo agli amici di Napoli e che lui non poteva non ascoltare chi lo pagava per trovare soluzioni ai problemi! anziché complicare gli stessi !
così mentre scendevo incrociavo gli stessi sguardi stupiti di prima in più, il tono concitato della mia voce aveva attirato anche gli impiegati a cui era sfuggita la mia presenza all'entrata.
Ero infuriato, e non so come resistetti alla tentazione di scaricare il mio carico ingombrante davanti al comune. Tuttavia mi dicevo, che in fondo anche senza volerlo alcune notizie mi erano state date, dalla palude di un confronto senza comunicazione, emergevano tre nomi:
impresa Costa... Albiano Magra... discarica a pagamento.
Bene il primo giorno utile vedrò che fare, mi dissi, per oggi poteva bastare.
Mentre ero in macchina con le mie Onduline sul portapacchi ritornando verso casa, riflettevo sul fatto che era la prima volta che non trovavo negli uffici del mio comune disponibilità e ascolto e dire che non sono mancate nel tempo, da parte mia richieste anche singolari.
A cominciare dal sindaco Montebello e i suoi predecessori, gli assessori, nonché dai responsabili dei vari settori, non è mai mancato ascolto e rispetto, alle mie domande.
Il 2 gennaio dopo una breve ricerca su internet, scottato dalla precedente esperienza, prima di recarmi ad Albiano magra, stavolta telefono alla ditta Costa.
Mi risponde una gentile signora, la quale mi spiega che si la discarica prende in carico le Onduline di vetroresina, ma esclusivamente dalle ditte specializzate, mentre per le esigenze dei privati dovevo rivolgermi all'azienda ACAM, responsabile del ritiro rifiuti.
Intuendo quale sarebbe stata la risposta, ma ostinato a voler venire a capo di questa faccenda, telefono all'ACAM: "no signore non ritiriamo questa tipologia di prodotto", mi viene seccamente risposto.
Richiamo la ditta Costa chiedendo se potevano fornirmi qualche nominativo di ditte a cui avrei potuto rivolgermi, e la gentile signora mi mette in contatto con un suo altrettanto gentile quanto pragmatico responsabile, il quale senza preamboli, mi dice terra terra che io mio problema, potrebbe si essere risolto ma con costi esorbitanti, per intenderci, diverse centinaia di euro.
Finalmente il quadro risultava chiaro: lo smaltimento rifiuti che paghiamo esclude alcune determinate tipologie di prodotti, in modo arbitrario, adducendo motivazioni risibili in merito alla pericolosità degli stessi soprattutto per quello che concerne il loro trasporto, pericolosità inesistente al momento dell'acquisto, in quanto sono tutti prodotti acquistabili e trasportabili da tutti, e trattandosi di materiali poco o niente degradabili, come ben sappiamo, e come è il caso delle mie onduline, pressoché identici a quando sono stati acquistati.
Come è possibile che si debba spendere per smaltire un prodotto
Dieci volte di più di quanto sia costato produrlo?
E in assoluto si può spendere per smaltire un singolo oggetto circa il triplo di quanto si spende per i rifiuti di un intero anno?
Chissà, forse era a queste domande che il responsabile dell'ufficio ambiente, era intento a dare risposta, quando mi ha praticamente messo alla porta.
Per il momento come concordava il dirigente dell'azienda Costa le soluzioni attuali allo smaltimento di rifiuti speciali incentivano il deprecabile comportamento di quei cittadini che non trovano altra soluzione che abbandonare i rifiuti nell'ambiente, piuttosto che spingere verso comportamenti virtuosi.
Per quel che mi riguarda le mie Onduline sono impacchettate e ben custodite in un angolo della cantina, in attesa che il dirigente ambiente trovi una soluzione economicamente praticabile, pur nel rispetto delle normative vigenti, che come tutte le leggi contengono nell'interpretazione quella libertà di manovra che possono acuire, o smussare le abnormità che spesso contiene la norma, non si richiedono coraggio, alla sindaco Lucano, quello, il coraggio, per dirla col Manzoni, "uno non se lo può dare" ma fra questo e il ripetere a memoria nel solco dell'assenza di ogni rischio, la spesso ipocrita lezioncina esiste una gamma di grigi in cui collocarsi.
Quel tipo di materiale si degrada in 2000 anni...ho tempo!
Fabrizio Lombardi.