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Piero

PIERO

Nel primo autunno del 1943 una dozzina circa di bambine e bambini posano per una foto ricordo della loro prima classe elementare nel prato antistante la Villa Cucchiari sulle prime colline del paese di Castelnuovo Magra. Sono ospiti dei proprietari ( Del Conte ) che con generosità hanno accolto la richiesta del Comune per le lezioni del primo periodo scolastico di una delle classi prima disperse nel territorio. Concluderanno l’iter in località curva del “boia“ a Molicciara, tra gli altri ci siamo Piero ed io, la differenza di età ( nati tra il 1935 e 1938 ) è dovuta ad una delle tante conseguenze del periodo bellico.

L’anno successivo frequenterò nella mia città natale Sarzana ma da allora con Piero non ci siamo più persi di vista. Verso la fine degli anni ‘50 Piero, con altri ragazzi di quel tempo, mi propose di partecipare alla creazione di un circolo culturale con sede a Molicciara, quel “ La Vetta “ di cui sarò presidente per tutta la sua esistenza ( dieci anni circa ) con al mio fianco come segretario Piero Albertosi. Fu una stagione importante con decine di iniziative in ogni direzione possibile per una ricerca di confronto culturale al di la e al di sopra di qualsiasi differenza di ogni tipo. Piero si dimostrò ben presto una delle anime importanti del circolo con la sua presenza defilata, quasi timida, ma insostituibile ad ogni livello possibile, non vi era incarico o mansione che non sapesse affrontare col suo prezioso senso del dovere e della responsabilità ed una dedizione totale.

Anche alla fine di quella esperienza che non aveva dimenticato, anzi spesso si tornava con i numerosi “colleghi “sui temi di quei giorni che pian piano si allontanavano nel tempo ma non per questo erano stati cancellati. Credo di aver vissuto diverse vite ma su quelle parti che ci ha legato allora non c’è mai stata frattura. Una ventina di anni fa mi offrì un’altra possibilità in quella che diventerà prima “Castelnuovo Oggi“ e poi l’attuale “qui Castelnuovo“ con due rubriche fisse e saltuarie altre partecipazioni. Quanto sia stato e sia tuttora importante questa iniziativa non sta a me dirlo, i fatti sono lì a dimostrarlo. Piero ne è stato fino al suo addio alla vita il direttore responsabile anche perché si era guadagnato la tessera da giornalista collaborando sopratutto col mitico Ovidio Ruggeri detto “Marangon“ nella pagina sarzanese del quotidiano La Nazione.

Nell’arco della Sua esistenza ha pubblicato raccolte di racconti e poesie trovando sempre il conforto di accettazioni favorevoli. In fondo la Sua è stata una ricerca continua dell’incontro con gli altri attraverso il linguaggio della cultura come lettore appassionato ed onnivoro di giornali, riviste, romanzi, saggi e raccolte poetiche. Era informatissimo e mai saccente tanto che i collaboratori del giornale e non solo erano molto legati alla sua presenza così discreta, amorevole e rispettosa. La redazione era sempre aperta per incontri di ogni genere con persone o personaggi di ogni tipo e Piero era sempre defilato seppure attento nell’ansia perenne di non disturbare nessuno. Non potevi non volergli bene e tutti gliene hanno voluto come le ragazze di ogni età che per fortuna hanno sempre avuto attenzioni che considerava il suo tesoro personale. Arrivederci amico mio ti sia lieve la terra.


ARIODANTE R. PETACCO

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