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TRE CIVETTE SUL COMÒ - Giovedì 24/03/2016 ore 21:15

Giovedì 24/03/2016 ore 21:15
Compagnia degli evasi
TRE CIVETTE SUL COMO'
di Romeo de Baggis - in ricordo di Paola Borboni
Genere: commedia / teatro d'attore
Regia : Alessandro Vanello
Con : Annamaria Vaccaro, Paola Lungo, Deborah Grassi
Effetti sonori e musiche originali composte ed eseguite da Enrico Tognoni
Scenografie e costumi : laboratorio Compagnia degli evasi
Luci e audio: Luigi Gino Spisto
Trucco: Carlotta Milanta
Durata : 85 minuti

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Portato in scena per la prima volta nel maggio del 1981 al Teatro Delle Arti di Roma con Paola Borboni, Diana Dei e Franca Maresa, la commedia venne poi portata in turnèe con esiti entusiasmanti per tre anni consecutivi, ed è stata tradotta in varie lingue e rappresentata all’estero. Dopo molti anni ritorna in scena grazie al progetto della Compagnia degli evasi, che ringraziano la la ricercatrice teatrale Marion Carbonnel vedova de Baggis, e la produttrice Antonia Brancati per la congiunta concessione del testo e gli stimoli ricevuti. La piecè è ambientata in una vecchia mansarda senza finestre, fuori dalla quale incombono invisibili presenze e dove il tempo è scandito da oggetti che si animano quasi di una 'loro vita'. Nella parete di fondo una finestra bloccata con le persiane sempre chiuse. Alla parete un gancio con dei vecchi vestiti, un coperta ed una vecchia marionetta. In questo contesto umido e disagiato si svolge esile la trama: una giornata di tre vecchie sorelle cadute in miseria; troneggia una pendola rotta, osso di seppia di un passato agiato e felice, in una grande villa rasa al suolo dopo un disastro finanziario. Agnese, Matilde e Virginia compiono gesti sempre più stanchi, la memoria si allenta, l’affabulazione diventa capriccio, dispetto: forse le tre sorelle di Cecov sono regredite allo stato infantile, ed hanno incontrato nella loro ostinata volontà di 'andare avanti' le larve di Beckett, Winnie di 'Giorni felici', Hamm di 'Finale di partita'. O forse la rassegnata ricomposizione alla quale si giunge dopo un continuo dilaniarsi in un dolce, quasi infantile, inferno, è da accostarsi al teatro Pinteriano, del quale de Baggis è stato grande traduttore?

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