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AleJet - Alessandro Petacchi

10 maggio 2003:

Nasce il mito di AleJet

Intervista di Riccardo Natale

Alessandro Petacchi Vittorioso

Quest’anno AleJet diventa maggiorenne: sono trascorsi infatti 18 anni da quando Alessandro Petacchi è diventato un campione delle due ruote. Fino al 2003 era stato un ottimo corridore, ma nel suo palmares mancavano le grandi vittorie: il 10 maggio 2003 ha conquistato la prima tappa al Giro d’Italia e la prima maglia rosa. Da quel momento in poi, grazie alle sue volate irresistibili, ha ottenuto una vittoria dietro l’altra occupando per anni un ruolo di primissimo piano sul palcoscenico del ciclismo mondiale (l’11 luglio 2003 la prima pagina dell’Equipe è stata tutta per lui: “Le Roi Petacchi”). In quell’anno magico Castelnuovo Magra lo ha celebrato con una grande festa: è il nostro concittadino più famoso nel mondo.

Alessandro, qual è il ricordo più bello di quando vestivi la maglia del US Luni?
Senza dubbio la bandiera che veniva esposta fuori dalla sede per celebrare le nostre vittorie, ma ho tanti ricordi bellissimi di quegli anni; la squadra era come una grande famiglia perché tutti, dirigenti e meccanici, vivevano nel nostro paese.

Sei diventato professionista nel 1996: quando hai capito che il ciclismo poteva diventare anche un lavoro?
In realtà non lo vedi mai come un lavoro, resta sempre una passione che però richiede dedizione per 24 ore al giorno. Non bisogna mai smettere di migliorarsi, il resto è una conseguenza: se fai bene, poi le squadre ti offrono i contratti.

Quando hai capito che saresti diventato un velocista?
Nel 2000 quando in Fassa Bortolo hanno iniziato a tirarmi le volate.

Sei esploso a 29 anni, relativamente tardi rispetto a tanti altri campioni. Perché?
Per arrivare a certi livelli è necessaria una maturità fisica e mentale che nei primi anni da professionista mi è mancata. Magari anche per il mio carattere, generoso e disponibile, che mi impediva di impormi all’interno della squadra. Quando sono passato alla Fassa Bortolo si sono subito accorti delle mie capacità, e anche grazie ad allenamenti specializzati, sono riusciti a tirare fuori tutto il mio potenziale.

Qual è l’origine di AleJet?
È stato inventato da qualche giornalista. È un soprannome che comunque mi piaceva molto perché il jet simboleggiava la mia velocità.

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