Per i più piccoli
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- Categoria: Cinema
- Pubblicato Lunedì, 27 Aprile 2015 19:11
- Scritto da Ariodante Roberto Petacco
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PER I PIU’PICCOLI
Non vi è molta attenzione per un cinema dedicato agli spettatori più piccoli di età, anche in questo caso si preferiscono opere piene di effetti speciali o rimasticature eterne di generi consueti tralasciando storie di un qualche contenuto, quasi che l’infanzia costituisse un tempo in cui non sia necessaria la riflessione per il giusto apprendimento. Quindi quando si presenta l’occasione credo sia giusto tenerne conto come nel caso di “ IL MIO AMICO NANUCK “apparso in questo scorcio di stagione. Già il nome degli autori dovrebbe essere una garanzia, infatti la regia è firmata da Brando Quilici, attivo nel documentario da anni e figlio di quel Folco che cinquant’anni fa aveva esaltato gli spettatori di tutto il mondo col suo “ TI-KOYO E IL PESCECANE “ e altro ancora,unitamente al canadese Roger Spottiswoode robusto artigiano tendente alla qualità. Se aggiungiamo che alla sceneggiatura contribuisce Hugh Hudson , non dimenticato autore del film premio Oscar “ Momenti di gloria “ unitamente al fatto di essere girato interamente in esterni al Polo Nord e dintorni abbiamo tutte le premesse per una storia interessante. Si parte dal problema del riscaldamento globale che sciogliendo i ghiacci provoca l’avvicinamento della fauna polare alle zone abitate in cerca di cibo. Sarà così che una mamma orsa verrà narcotizzata e trasportata in zone considerate più adatte a lei non accorgendosi che dietro è rimasto un cucciolo. Se ne accorgerà un ragazzino intraprendente e coraggioso che deciderà di ricongiungerlo alla madre in un percorso attraverso i ghiacci. L’intreccio è completato dalla storia familiare del ragazzo che ha perso il padre naturista e che si saprà avvalere dell’aiuto di una guida ( Muktuk ) esperta di quei territori. Una serie di vicissitudini e sconvolgimenti naturali accrescerà il ritmo e la suspense mentre tra il cucciolo d’orso e Luke ( il ragazzino ) si formerà una straordinaria sintonia che evidentemente ci riporterà alla stagione dei grandi romanzi di Jack London se non ad uno dei capolavori di Robert Flaherty ( non a caso dal titolo omonimo e girato nel 1922 ). Il piglio e la decisione della vicenda drammatica si unisce alla ricerca documentaria con impareggiabile fluida sicurezza consentendo ai ragazzi di tutte le età di poter entrare nella dimensione intelligente in cui a volte il cinema riesce a tornare ad uno dei suoi presupposti essenziali : divertirci facendoci capire.