KEN LOACH E TINA ANSELMI
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- Pubblicato Venerdì, 30 Dicembre 2016 12:33
- Scritto da Giorgio Baudone
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KEN LOACH E TINA ANSELMI
Martedì, festa di Ognissanti, decido di andare al cinema. Un'ora e mezzo dopo esco con gli occhi lucidi e incavolato nero. Avevo appena finito di vedere “Io, Daniel Blake” di Ken Loach. Sono rimasto sino alla fine dello scorrimento dei titoli di coda appoggiato alla poltrona davanti, scrollando leggermente la testa. È un film durissimo e dolcissimo. Il Daniel, protagonista della storia, è schiantato dalle privatizzazioni e dalla burocrazia. Poco prima di partire da casa, dalla TV avevo appreso che era mancata Tina Anselmi, il primo ministro donna che ha avviato il sistema sanitario nazionale per tutti.
Mi sono venuti allora confronti e riflessioni che mi coinvolgono personalmente. Anche perché io ho avuto la fortuna e l'onore di stringere la mano sia a Ken Loach che a Tina Anselmi.
Ken Loach lo ricordano tutti i castelnovesi e tutti gli appassionati di “Cinema Cultura”, la rassegna estiva che da 23 anni si svolge d'estate a Castelnuovo. Era il 2005, il sessantesimo anniversario della Liberazione e noi avevamo intitolato la rassegna “Cinema e Libertà”. Assieme ai giovani dell'associazione “I sentieri della Resistenza”, che con anche il nostro (del Comune ) aiuto stavano realizzando un progetto di riscoperta, sulle nostre colline, dei luoghi della nostra Resistenza, sognammo per un attimo di invitare il grande regista inglese. Dal sogno si passò ad un tentativo senza speranza e scrivemmo a Ken Loach.
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Tina Anselmi invece la conobbi quando da Ministro del Lavoro venne a Pisa per celebrare un anniversario della CISL, il sindacato in cui lei stessa aveva militato, in Veneto tra le lavoratrici del settore tessile. Io allora ero un sindacalista, sempre nella CISL, di un Centro di Formazione Professionale che era molto grande. Preparava centinaia di giovani, provenienti quasi tutti dal sud d'Italia, con un corso della durata di un anno con 8 ore di lezione al giorno. Metà di teoria e metà di pratica. Era il centro di formazione professionale più grande d'Italia ed era stato fondato e continuava ad essere gestito da un prete di Carpi.
La gestione non era corretta e gli stessi allievi non trattati convenientemente. A nulla erano valse le nostre ( degli insegnanti e delle OO.SS. interne ) denunce e proteste. Il prete di Carpi era troppo forte, sia a livello di Ministero del Lavoro italiano che presso gli uffici della Comunità economica Europea ( la U E di allora ) con sede a Bruxelles, che erano gli enti che gli garantivano i finanziamenti. Le nostre proteste ottennero come solo risultato il licenziamento di tutti gli insegnanti di cultura generale, ritenuti responsabili delle difficoltà, minime, provocate. Fu una lotta che durò anni, con la legge 300 ( lo Statuto dei lavoratori, da poco cancellato dal Job’sAct ) che ci fece vincere tante cause con l'ente. Quando, per farla breve, Tina Anselmi venne a Pisa io e un altro collega della CISL andammo a parlarle e le avevamo preparato un breve documento dove raccontavamo ogni cosa.
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